Dieta Mediterranea: firmato il protocollo ASL per il progetto nelle scuole

Già considerata patrimonio immateriale dell’umanità, adesso la Dieta Mediterranea diventa un gioco da fare a scuola. Un innovativo progetto di educazione alimentare e motoria, ideato e realizzato dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Asl Napoli 3 Sud, diretto dal dott. Pierluigi Pecoraro, che coinvolgerà circa 660 classi delle scuole primarie del comprensorio vesuviano, per un totale di oltre 10.000 studenti di età compresa tra i 7 e i 10 anni.

Coinvolte anche le aziende alimentari più prestigiose del territorio, tra cui il CAAN, che mercoledì 11 gennaio 2023 hanno sottoscritto, assieme al Direttore generale dell’ASL Napoli3 Sud Giuseppe Russo, un protocollo di intesa a sancire la nascita di questa nuova sinergia tra ASL, Scuole e Imprese.

“Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito dell’Asl Napoli 3 Sud a sottoscrivere il protocollo di intesa per la realizzazione di questo progetto – dichiara il presidente CAAN Carmine Giordano -. Da sempre ci facciamo ambasciatori dei valori della dieta mediterranea e siamo ben lieti di farlo con le nuove generazioni, aprendo le porte del nostro Centro alle scolaresche coinvolte, che resteranno di sicuro affascinate dal tripudio di colori e profumi che si respirano nel primo mercato agroalimentare del Sud Italia”.

Ma vediamo nel dettaglio il progetto. Ad ogni classe aderente è stato già fornito il kit del Gioco della Dieta Mediterranea.

Al suo interno un tabellone magnetico, che ricorda il tradizionale Gioco dell’Oca, da attaccare in aula. Per completare il percorso i bambini dovranno percorrere tutte le tappe, ciascuna dedicata ad un alimento tipico della dieta mediterranea: dalla frutta e la verdura, passando per l’olio, i legumi, il pesce e la pasta. Attraverso giochi ed attività laboratoriali, i bambini impareranno a conoscere (e mangiare) tutti gli alimenti di una dieta equilibrata e capiranno l’importanza per la salute del mangiar bene. Dunque anche un’azione di contrasto concreta al fenomeno dell’obesità infantile, che la pandemia ha purtroppo aggravato.