A un anno dall’insorgere dell’emergenza sanitaria che ha scosso il mondo e generato una delle più gravi crisi economiche dal secondo dopoguerra in poi, al CAAN si tirano le somme di questi ultimi 12 mesi.
Ritenuti fin dai primi DPCM un’attività essenziale, il COVID non ha mai fermato i mercati alimentari all’ingrosso che, grazie alla loro incessante attività, hanno reso possibile il continuo rifornimento di frutterie, pescherie e supermercati, presi d’assalto nei terribili mesi di lockdown.
Hanno dunque tenuto costantemente alzate le loro saracinesche gli oltre 100 Grossisti che, tra mercato ortofrutticolo e ittico, operano nel Centro Agro Alimentare di Napoli. Certo, non senza difficoltà.
Un calo fisiologico degli acquirenti è stato inevitabile, viste le prolungate chiusure dei ristoranti che rappresentano un’importante fetta di clienti, soprattutto del settore Ittico. Ma nel complesso il CAAN ha registrato, in media, nel 2020, poco più del 2% di ingressi annui in meno, rispetto al 2019, così come si è registrato un incremento di altri settori correlati alle vendite, quale ad esempio quello della logistica.
Dunque cali contenuti e nuovi investimenti, che sono il risultato di una serie di misure di prevenzione che il Presidente del CAAN, Carmine Giordano, ha tempestivamente messo in campo per arginare il rischio contagio e garantire la prosecuzione in sicurezza delle attività mercatali.
Il Centro Agro Alimentare di Napoli, infatti, è stato tra i primi in Italia ad attivare, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, il controllo della temperatura corporea per tutti coloro che accedono al Centro. Sono stati contingentati gli accessi in varie fasce orarie, per evitare assembramenti, e tutte le aree comuni della struttura sono state, e continuano ad essere, periodicamente sanificate.
E in attesa che la partita contro il virus possa dirsi finalmente vinta, il CAAN si prepara alle nuove, imminenti, sfide: l’omologa del concordato preventivo, innanzitutto, e il Recovery Fund che, con le sue risorse, consentirà nuovi investimenti nell’ambito delle politiche ambientali (produzione di energia attraverso impianti di compostaggio, impianti di fotovoltaico etc.), a completamento di quella rivoluzione “green” già avviata da qualche anno dalla gestione targata Giordano.