pesco (Prunus persica (L.Batsch) è una specie della famiglia Rosaceae[1] che produce un frutto commestibile chiamato pèsca.

Il pesco è un albero originario della Cina, dove fu considerato simbolo d’immortalità, e i cui fiori sono stati celebrati da poeti, pittori, cantanti, scrittori e registi cinematografici. Dall’oriente il pesco giunse in Persia, donde giunse in Europa; dalla Persia deriva quindi il nome della specie, con significato di “della Persia” (ripreso ancor oggi in molti dialetti e lingue d’Italia come per esempio nel romanesco “persica” o nel genovese “persiga” o nel veneto “pèrsego” o ancora nel sardo “pessighe”/”pessike” e nel piemontese “persi”). In Egitto la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia, tanto che ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche, per la loro morbidezza e carnosità. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. Il frutto si era già diffuso in tutto il bacino del Mar Mediterraneo grazie ad Alessandro Magno. Pare infatti, secondo lo scrittore romano Rutilio Tauro Emiliano Palladio, che egli ne fosse rimasto affascinato quando lo vide per la prima volta nei giardini di re Dario III, durante la spedizione contro la Persia.